Deposito della fede

Nella dottrina cattolica, con l'espressione deposito della fede (in latino depositum fidei), si intende quell'unico patrimonio di tutte le verità,[1] sia in ordine alla conoscenza (fede) che al comportamento (morale), insegnate agli Apostoli da Gesù,[2] che è mediatore e pienezza della Rivelazione,[3] e da questi trasmesse al collegio dei Vescovi quali loro successori.[4]

Tali verità costituiscono il principio o fondamento da cui attinge il Magistero della Chiesa,[5] non potendo questa aggiungere nulla a quanto, almeno implicitamente, è già contenuto nella Rivelazione. L'intelligenza, ovvero la comprensione, di tali verità progredisce nella Chiesa lungo i secoli con l'assistenza dello Spirito Santo.[6][7]

  1. ^ Concilio Vaticano II, cost.dogm. Dei Verbum, n.10, “..,e da questo unico deposito della fede...”
  2. ^ P.E.Zoffoli, Dizionario del Cristianesimo, Pg.135 Deposito della fede
  3. ^ Concilio Vaticano II, cost.dogm. Dei Verbum, n.2, “...Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta intera la rivelazione.”
  4. ^ P.E.Zoffoli, Dizionario del Cristianesimo, Pg.529 Tradizione
  5. ^ Concilio Vaticano II, cost.dogm. Dei Verbum, n.10, “.., e da questo unico deposito attinge tutto ciò che propone a credere come rivelato da Dio.”
  6. ^ Concilio Vaticano II, cost.dogm. Dei Verbum, n.8, “La Chiesa nel corso dei secoli, tende incessantemente alla pienezza della verità divina,...”
  7. ^ ”Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, ...”(Gv 16,12-13)

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